sito di o' professore
Capo Nord 2006
gg Data Partenza Arrivo Paesi km Parz. km Tot.
3 sab 01 luglio Incontro ITT


Il “Dolomiti Tour” si rivela senz’altro più interessante di quello del giorno precedente; sarà perché mi ricordava le estati dei miei primi anni di matrimonio?

Decidiamo subito, col gruppo dei vesuviani e altri, che i 324 km programmati per questo tour sono veramente tanti e che non c’è molta voglia di farli senza poter neppure fermarsi ad ammirare i luoghi fantastici. Preventiviamo quindi di seguire il gruppone per un po’ di chilometri per poi separarcene e andare al nostro ritmo.

Si verifica però subito un inconveniente: il gruppone parte, noi non siamo pronti, partiamo in leggero ritardo e, per la fretta di raggiungerlo, lo perdiamo. Sosta per decidere: si va dietro al gruppo, seguendo la road map, fino a raggiungerlo.

Si mette avanti il sottoscritto, che pensa di avere chiare sia la strada che la mappa; l’intenzione è di uscire dalla SS 47 dallo svincolo per Baselga di Pinè, ovvero di Cavalese. Ma ho fatto i conti senza… Mario. In uno dei suoi rari (?) momenti di effervescenza scatta in avanti a tutti e tira fino a superare allegramente sia il primo che il secondo svincolo che ci avrebbero permesso di prendere per Baselga!

Sosta per chiarimenti (“si fa così e non colà”, “non lo faccio più”, “mi raccomando”, “le regole di gruppo!”) e decidiamo, per guadagnare tempo, di proseguire per statali veloci (la 47 prima, la 12 poi), per riprendere il gruppone prima del lago di Carezza. Senonchè, qualche chilometro più avanti scopro che con noi c’è una coppia, aggregatasi non so come e quando, di amici locali: fanno parte dell’entourage del “club delle motocicliste”, che Mario bazzica da qualche mese. Grazie al loro aiuto riusciamo a “tagliare” e a ricongiungerci col gruppone nei paraggi del Passo di Lavazè; subito dopo raggiungiamo prima il lago e poi il passo di Carezza, una delle meraviglie del Trentino.

Le acque di questo lago possiedono tutti i colori dell’arcobaleno e in esso si specchia il Latemar, un massiccio che ben conosco per averci salito tanti (tanti!) anni fa con mio figlio di pochi anni sulle spalle, in una sacca Chicco.

Facciamo una sosta nei pressi del lago, mangiamo qualcosa, scattiamo qualche foto con il Catinaccio come sfondo, e ripartiamo verso Vigo e la sua valle di Fassa; col gruppo ci siamo separati nuovamente, ma stavolta abbiamo tutto sotto controllo!

Pranzo

Lago di Carezza
Superato il lago in direzione del passo omonimo
C’è la possibilità di mangiare anche qualcosa di poco impegnativo. Il posto è incantevole: il Catinaccio alle spalle, il passo di Carezza in alto e il lago a poche centinaia di metri più in basso ne fanno una sosta che rinfranca veramente... se ci si mette all’ombra!


Una dolce cavalcata nella valle a me tanto cara, attraversando Pozza, Pera, Mazzin, Campestrin, Campitello e finalmente raggiungendo Canazei (Cianacei) per la sosta caffè. Gil e Wainer preferiscono andare avanti: ci diamo appuntamento più su, al lago Fedaia. Ma li perderemo, perché mi viene la grande idea che non possiamo perderci il passo Pordoi, uno dei grandi passi a nord di Canazei che erano in programma nella road map originale.

Donatella me ne sarà grata; non è venuta spesso in moto con me e, sicuramente, era la prima volta che faceva tornanti così suggestivi e paurosamente belli. All’andata ha avuto veramente fifa; al ritorno era ormai una veterana e si è persino concessa qualche foto “in itinere”.

Dijetto disturba Prof e figlia alle falde del CatinaccioDijetto disturba Prof e figlia alle falde del Catinaccio

 

Alcune immagini della gita in val di Fassa

Il Pordoi, visto dalla Val di FassaIl Pordoi, visto dalla Val di Fassa
Il Pordoi, come può essere “scarpinato”… dagli altriIl Pordoi, come può essere “scarpinato”… dagli altri
Sua Maestà, La MarmoladaSua Maestà, La Marmolada

Il Pordoi è stupendo; dal passo si vede anche la fila di gente che lo sta raggiungendo a piedi, attraversando il ghiaione finale. Alle spalle del Pordoi si intravvede appena l’inizio del Piz Boè, rimasto una delle mie mete mai raggiunte; quando ho avuto la possibilità di farlo ero provvisto solo di scarpe di ginnastica!

Scendiamo di nuovo a Canazei per poi risalire verso il lago di Fedaia e da qui ammirare ciò che è rimasto del ghiacciaio della Marmolada. Foto di rito e quindi ci mettiamo in contatto telefonico col gruppo per fissare un appuntamento nei pressi di Caprile

Ci arriviamo qualche decina di minuti prima del gruppo; ne approfittiamo per rabboccare, quindi tutti a casa di corsa per arrivare in tempo per la cena, attraversando (stile “toccata e fuga”) Falcade, passo Valles, passo Rolle, Paneveggio, Predazzo, Cavalese, passo Manghen, Borgo Valsugana. Tanti bei chilometri, questi ultimi, che avrebbero meritato un attraversamento meno frettoloso.

La cena è la solita occasione per stare insieme, scherzare, darsi appuntamenti, scambiarsi indirizzi. Il dopocena è arricchito dalla rituale estrazione di ricchi premi e cotillons; compro un discreto numero di biglietti ma, questa volta, al contrario del mio solito, non vinco una cicca. Gli organizzatori, meravigliati anch’essi e impietositi dal triste evento, mettono infine in palio anche la scatola contenitrice dei biglietti della lotteria; vincitore, guarda caso, risulta O’ Professore. J

Cena e Pernotto

v. giorno precedente