Samarcanda NO tu NO - 2010
Km | |||||
Giorno | Data | Tappa | Paesi | parz. | tot. |
11 | dom 08 ago | Masuleh - Quazvin | IR | 240 | 4852 |
Ho dormito male. I pensieri son tanti. Mi alzo presto, scendo, accendo il motore... stessa musica di ieri sera. Scarico tutto e vado a provare la moto; sulle salitazze arranca a malapena. Ok, ci fermeremo al prossimo meccanico decente sulla strada, ce ne sono tanti, con tutte le moto che si vedono in giro ne avranno di lavoro!
Facciamo colazione e ci prepariamo a partire. Intanto un signore che conosce discretamente l'inglese e che ha seguito i maneggi intorno alla moto ha capito che sono in difficoltà, quindi si offre di aiutarmi. Fa un gran numero di telefonate dal suo cellulare ma ha difficiltà a trovare un meccanico con esperienze di grosse cilindrate, neanche in zona Teheran. Il fatto è che in Iran sono illegali tutte le moto di cilindrata superiore a 200 cc., tranne quelle dei turisti; l'Honda esiste come concessionaria, ma solo per le motorette di piccola cilindrata che smercia in questo paese; l'approvigionamento dei pezzi di ricambio per la transalp costituirebbe quindi un problema serio. Comunque, il nostro gentile interlocutore riesce a farci avere l'indirizzo di "qualcuno" a Teheran che potrà mettersi a nostra disposizione. Ringraziamo, salutiamo e partiamo, con la speranza di riuscire a risolvere ben prima di Teheran che, tra l'altro, non era una meta prevista nel nostro tragitto.
Dopo pochi km, sempre all'andatura che un solo cilindro può consentire, riusciamo a trovare un meccanico di motociclette; spieghiamo il problema, sembra capire a volo ed in effetti smonta una candela e trova che essa è nera e sporca di olio. Mah, io non sono un intenditore di meccanica (ebbene, si!) ma, primo, di olio non ne vedevo e, secondo, che fosse nera la candela non era da considerare normale? Ma non esplicito i miei dubbi e mi fido. In effetti il meccanico risolve il tutto cambiando una candela (me ne faccio dare un'altra di riserva, non si sa mai) e mi consiglia di tenere d'occhio l'olio, infatti ne manca un po'; pago il fastidio (con l'equivalente di 2 euro!), ripartiamo, e io sono ben felice di risentire l'usuale ruggito del mio leoncino.
Per oggi è prevista una tappa breve con termine a Qazvin che diventerà la base, domani, per andare a visitare (finalmente senza bagagli!) la valle di Alamut. Troviamo un albergo in pieno centro, anche se sarò costretto a condividere per due notti un letto matrimoniale con Ettore: ma riusciremo a dormire ugualmente senza problemi . Usciamo per visitare la moschea e il bazar: non saranno al livello di quelle di Tabriz, ma sono ugualmente l'occasione per immergerci nella storia e fra la gente.
Non riusciamo a prenotare un ristorantino nel bazar; strano, la lonely lo dà aperto da sabato a giovedì e oggi è domenica. Peccato, volevamo assaggiare il qimeh nasar, uno stufato di agnello caratteristico della zona. Ci accontentiamo del ristorante dell'albergo che si rivela senza imfamia e senza lode.
Finiamo la serata in una teeria/fumeria (innocente!). Vi incontriamo dei ragazzi simpatici; uno di essi riesce a sbuffare il fumo facendolo fuoriuscire da due lati differenti della bocca che sembrano il prolungamento dei suoi baffoni; un altro mi prende a simpatia e mi regala il suo anello d'acciaio per ricordo, poi mi porta fuori per farmi vedere con orgoglio il suo Suzuki 185, ancora con il cellophane sulla sella. Non son riuscito a capire se era un vecchio modello rimesso a nuovo o un vecchio modello che la Suzuki continua ancora a vendere come nuovo in certi paesi.