Samarcanda NO tu NO - 2010
Km | |||||
Giorno | Data | Tappa | Paesi | parz. | tot. |
15 | gio 12 ago | Kashan - Chalus/Noshahr | IR | 452 | 6009 |
Giorno degli addii.
E del ritorno a casa.
Lascio i compagni di viaggio, avendo convenuto che a Teheran li avrei informati, se ci saremmo ricongiunti a Mashad oppure se sarei tornato indietro. Ma, come ho gia' detto, avevo già preso la mia decisione.
Riprendo la strada per Teheran ma, questa volta, ho la possibilità di fermarmi quando voglio; per esempio, per ammirare il deserto del Dasht-e-Kavir. E', questo, uno dei due deserti dell'altopiano iraniano, quello più esteso, con una superficie di oltre 200.000 kmq (più della meta dell'Italia). Le temperature possono raggiungere i 50 °C in estate, con escursioni termiche tra giorno e notte fino a 70 °C.
Costeggiando il Dask-e-Kavir sulla strada da Kashan a Teheran
Il deserto è di un bagliore accecante, essendo prevalentemente costituito da sabbia e sale. Era previsto il suo attraversamento, nella lunga tappa da Yazd a Mashad. Io mi devo accontentare di averlo lambito due volte.
Riesco a bypassare Teheran, non senza essere riuscito nuovamente a prendere per il centro ma rimedio immediatamente e ne sono "subito" fuori.
Faccio un esame dei fatti. Vista la situazione in cui mi trovavo, tanto valeva approfittarne per visitare tutto quello che mi sarebbe stato possibile visitare, durante quella che era pur sempre una "ritirata"... in modo da non trasformarla in una "disfatta", perbacco! Decido quindi di non raggiungere subito Tabriz e il confine turco ma, all'altezza di Karaj, deviare a nord verso Chalus, cioè il mar Caspio!
La strada si mostra subito trafficata ma incredibilmente panoramica. Noto subito un divieto di transito per le moto ma, tenendo conto che in Iran "moto" vuol dire under-200, vado avanti senza timore. In effetti, non verrò mai fermato, nonostante le numerose pattuglie incontrate.
Attraversando i monti Elburz verso il mar Caspio
E' facile fare amicizia
L'"intervistatore"
Cointervistati
Mi fermo spesso per ammirare il panorama, scattare qualche foto, condividere le meraviglie naturali con i turisti locali, visitare qualche bancarella di sciarpe o di arance fresche (ad agosto!). Ogni tanto incrocio qualche "Schumacher" locale... da tenere presente che la strada è stretta e piena di curve!
150 km dopo Karaj arrivo finalmente a Chalus, una cittadina sul mar Caspio; consulto la Lonely e mi sposto quindi verso Noshahr, città gemella della prima ma considerata più adatta per soggiornarci.
Trovo subito l'albergo che la guida consiglia, lo Shalizar Hotel, dove prendo una camera al 4° piano (senza ascensore!). Scambio qualche parola con Maziyar, "il direttore [che] parla un po' di inglese e non vede l'ora di far vedere agli ospiti il magnifico panorama (delle montagne e del porto) dal terrazzo panoramico del quinto piano" [parole di Lonely Planet].
Che strana permanenza, questa a Noshahr.
Maziyar mi informa dopo un'oretta che la sera ci sarebbe stato un "intervistatore" che desiderava ardentemente una interview con me (?!). Oppongo il fatto che sarebbe stata ora di cena; no problem, mi dice, puoi cenare direttamente qui nel nostro ristorante. Ambé. Comunque, visto che non avevo ancora deciso dove cenare (voglio mangiare quello che voglio io, perdiana, siamo sul "mare"!), esprimo il mio forte desiderio di "basta kebab!"... no problem, mi fa, abbiamo dell'ottimo fish. Ok, affare fatto!
Ho tempo per fare un giretto e, siccome sono nella piazza centrale della città, vado subito alla ricerca di un posto dove comprare i (fantomatici) francobolli. Chiedo ad un edicolante ma non sa nemmeno di cosa io stia parlando. In compenso, dice di conoscermi (?), sa che quella sera avrei avuto un'intervista (?), l'intervistatore è un suo amico... Rimango sbalordito, mi sembra di essere in una scena orwelliana...
Rientro quando tutte le baracche dei mercatini incominciano a chiudere. Vengo subito avviato nella sala ristorante, dove finalmente conosco il mio carnef... ehm, intervistatore, e scopro che non sono il solo ad avere l'onore; insieme a me sarà intervistata anche una giovane coppia di turisti polacchi che si sta muovendo da parecchi giorni in Iran, visitando le maggiori città storiche utilizzando mezzi pubblici, taxi e bus.
Mentre io ceno (sulla base di un ottimo pesce arrosto, accompagnato da una passabile "birra") avviene la famosa interview. Prima a me, quindi alla coppia. Le domande sono simili a quelle rivolteci dal funzionario alla frontiera iraniana; dove siete stati, dove andrete, cosa ne pensate, fate un confronto con la vita nel vostro paese, eccetera eccetera. Nel complesso domande innocenti, più rivolte a conoscere il nostro grado di soddisfazione nella visita del loro paese.
Raggiungiamo anche un certo grado di confidenza. Alla domanda: "Come viene presentato il mio paese dai vostri media", dico la verità: male! Ma, aggiungo subito, in modo non corrispondente a quello che io ho riscontrato durante il viaggio.... se non fosse per quell'Ahmadinejād che tanto preoccupa noi occidentali... Mi risponde allora, "eh si, lo so, noi abbiamo Ahmadinejād, ma voi in compenso avete Berlusconi". Prendo, incarto e porto in camera.
C'è un servizio wireless gratuito. Ma, tanto per cambiare, anche stasera ci sono problemi di comunicazioni telefoniche e di posta elettronica con l'Italia. Almeno si riesce a "navigare". Ma se cerco di collegarmi con qualche testata di giornale non iraniano, niente da fare, pagina oscurata! Loro hanno Ahmadinejād...