Samarcanda NO tu NO - 2010
Km | |||||
Giorno | Data | Tappa | Paesi | parz. | tot. |
16 | ven 13 ago | Noshahr - Tabriz | IR | 780 | 6789 |
Addio a Noshahr e al Mar Caspio
Fra motociclisti si fa subito amicizia
Lascio Noshahr e il Caspio di primo mattino. Vi sono tre questioni che mi danno da pensare.
Prima: vorrei avvicinarmi a Qazvin senza rifare la (pur bella) strada fino a Karaj e, soprattutto, l'autostrada già percorsa in senso inverso alcuni giorni prima. Mi piacerebbe costeggiare il Caspio fino a trovare una strada verso l'interno, senza però allungare eccessivamente. Dalla cartina, però, non vedo strade agevoli e, nelle condizioni in cui versa la moto, non posso rischiare sterratacce in solitaria. Sono costretto quindi a ritornare verso Karaj.
Seconda: sono senza valuta locale e con serbatoio di benzina pieno a metà.
Terza: oggi inizia il ramadan, è venerdì, quindi festivo. Dopo alcuni tentativi, non riesco a trovare nessun cambiavalute. Mi avvio ugualmente, qualche soluzione si troverà.
Per strada un gruppo di ragazzi in moto, vocianti e allegrotti, mi affianca. Mi fermo e facciamo conoscenza. Come al solito vogliono sapere da dove vengo, come mai sono lì da solo, ecc..
Più avanti devo fare benzina, quindi mi fermo a una stazione di servizio e spiego la mia situazione ma non cambiano dollari! E mo'? Mi consigliano di attendere qualche automobilista che sia disposto a cambiarmi qualche dollaro. Dopo un quarto d'ora, ancora niente. Allora vedo arrivare il gestore dal suo ufficio, mi invita a prendere la pompa e a infilarla nel serbatoio, mi fa fare il pieno e, alla fine, chiedo come posso pagare ma... mi fa segno di andare! Miiiiii, rimango basito; naturalmente ringrazio solennemente e sparisco velocemente. Popolo meraviglioso!!
Al pieno successivo troverò un privato che si accontenterà di tre dollari per farmi fare il pieno con la sua scheda. Più avanti ancora riesco a cambiare qualche dollaro da un poveraccio che ha delle mani spaventose, sembra malato di lebbra. Parla un po' di inglese, un po' di italiano e un po' di tedesco, è molto intelligente, sembra un barbone ma la gente intorno lo rispetta e pende dalle sue labbra. Ci si intende in qualche modo e scambiamo qualche chiacchiera. Grazie a lui riesco a fare ancora benzina e a comprare dell'acqua.
Lascio l'autostrada, nauseato, e prendo una deviazione per Miyaneh, con l'intenzione di fare sosta in qualche posticino carino dell'interno. La strada in effetti è molto bella; attraverso un ponte diroccato, che poi scoprirò (grazie a Italo Barazzuti, che ne parla nel suo Sulla via della seta) essere stato fatto saltare dai russi durante una ritirata nella II Guerra Mondiale.
A Miyaneh non trovo niente di soddisfacente e neanche più avanti a Bostan Abad; ma sono ormai vicno a Tabriz, quindi vado avanti fino a infilarmi per la seconda volta in questa grossa città. Stavolta, però, ho l'accortezza di noleggiare un taxi e farmi precedere fino ad un albergo conveniente. Non è certo lo Shahryar International Hotel, ma 30$ sono meno di 100... anche se mi toccherà sopportare la puzza nauseante di fumo che impregna la stanza e tutte le sue suppelletteli.
Abbastanza cara, Tabriz, ma sono stanco; oggi è stata una tappa di quasi 800 km. Perciò mi accontento di mangiare velocemente qualcosa e di andare subito a letto.